Medicina di precisione

Il laboratorio Genefast offre un innovativo servizio di diagnostica molecolare oncologica, che colloca il laboratorio all’avanguardia a livello europeo

laboratorio Genefast

Diagnostica Molecolare Oncologica

Nell’ottica di garantire un servizio adeguato alle aspettative dei nostri clienti, il laboratorio Genefast continuamente si adopera per implementare e perfezionare questo settore di analisi.

Gli studi scientifici alla base delle analisi di diagnostica molecolare oncologica sono stati eseguiti in collaborazione con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bologna e possono essere consultati su riviste scientifiche internazionali.

Ad oggi le analisi disponibili per la diagnostica molecolare oncologica sono:

analisi della clonalità linfoide recettori cellule B e T mediante tecnica PCR/Genescanning nella specie canina

Monitoraggio della malattia residua minima in corso di linfoma canino B mediante tecnica Real Time PCR

Analisi della clonalità linfoide recettori cellule B e T mediante tecnica PCR/Genescanning nella specie felina

Analisi delle mutazioni del gene c-KIT canino

Analisi delle mutazioni del gene c-KIT felino

L’analisi della clonalità linfoide recettori cellule B e T nella specie canina e felina viene effettuata mediante tecnica PCR/Genescanning.

Le matrici idonee per l’esecuzione dell’analisi di clonalità linfoide sono:

– Vetrino citologico: idoneo anche quando è stato già fissato e colorato. Conservare a temperatura ambiente.

– Biopsia: separare un’aliquota del prelievo da non fissare in formalina. Conservare il campione a 2-8°C; congelare oltre le 48 ore.

– Vetrino istologico: matrice di seconda scelta perché la formalina può degradare il DNA. La colorazione non influenza l’analisi.

E’ importante precisare che per tale tipo di analisi non è necessaria la tempestiva spedizione del campione, né sono necessari particolari precauzione nella conservazione della matrice in attesa dell’analisi, in quanto tale test è di tipo genetico ed è eseguito sul DNA. Per tale motivo, l’analisi può essere eseguita anche su campioni citologici già allestiti e colorati e anche su campioni istologici.

Per maggiori informazioni sull’argomento consultate la pubblicazione internazionale che ne attesta il lungo studio alla base e la rilevanza clinico-diagnostica (Gentilini et al., 2009 1).

Il monitoraggio della malattia residua minima in corso di linfoma canino B è effettuato mediante tecnica Real Time PCR. La matrice richiesta per tale analisi è il sangue intero in EDTA.

Sull’argomento è possibile consultare la pubblicazione internazionale che ne attesta il lungo studio alla base e la rilevanza clinico-diagnostica (Gentilini et al., 2009 2).

NOTA. Tale analisi può essere eseguita solo successivamente all’esecuzione dell’analisi di Clonalità linfoide e Tipizzazione della Clonalità.

Breve stato dell’arte

I mastocitomi canini sono caratterizzati da notevole eterogeneità di comportamento biologico. La classificazione istologica (grading Patnaik, 1984), da sola non è in grado di predire il comportamento biologico di queste neoplasie, soprattutto in riferimento ai mastocitomi di grado 2° a differenziazione intermedia, ponendo l’oncologo clinico nella necessità di vagliare altri parametri prognostici allo scopo di individuare categorie di pazienti a rischio di recidiva e conseguentemente approntare la terapia più indicata.

Negli ultimi anni la scoperta dell’importanza che il proto-oncogene c-KIT riveste nella patogenesi dei mastocitomi canini ha condotto allo sviluppo di molti studi che hanno identificato con molta chiarezza la presenza di mutazioni genetiche in grado di attivare in modo aberrante la proteina KIT e legate significativamente alla prognosi.

Nell’ultimo Consensus Panel per i mastocitomi svoltosi a Coopenaghen nel 2008 nell’ambito del congresso Europeo e Americano di oncologia veterinaria, le nuove proposte di classificazione dei mastocitomi canini hanno compreso oltre al grading istologico ed a una più completa stadiazione clinica anche l’utilizzo di marker prognostici istochimici quali l’AgNOR e Ki67 e il pattern immunoistochimico della proteina KIT unitamente alle valutazione delle mutazioni riguardanti il gene c-KIT.

Le mutazioni del gene c-KIT, se presenti, non solo collocano la neoplasia in una categoria a prognosi peggiore ma consentono di vagliare la possibilità di individuare pazienti a cui somministrare inibitori delle tirosin-kinasi (imatinib mesilato e simili).

 

L’analisi

Il Laboratorio Genefast offre dal 2008 la possibilità di individuare queste mutazioni genetiche a carico del gene c-KIT, effettuando tale ricerca su tutti i tipi di tessuti diagnostici.

Tale analisi è stata recentemente implementata in modo tale da individuare quasi il 99% delle mutazioni ad oggi identificate dai diversi autori nel mastocitoma canino.

Il laboratorio Genefast, unico in ambito europeo, è in grado di offrire ai suoi clienti una completa valutazione delle mutazioni geniche del c-KIT canino in corso di mastocitoma, utilizzando diversi tipi di matrici diagnostiche.
 

Analisi delle mutazioni del gene c-KIT nel mastocitoma felino

L’analisi consente di valutare nel gene c-KIT felino la presenza di mutazioni descritte dalla letteratura internazionale come responsabili di attivazione costituzionale (aberrante) della relativa proteina codificata. Come da letteratura scientifica la presenza di mutazioni somatiche tumorali sembra associata ad una prognosi peggiore e ad una migliore risposta agli inibitori tirosin-chinasici.

In particolare l’analisi prevede di valutare 2 esoni del gene c-KIT felino rappresentate da esone 8 e 9, dove sono state descritte le mutazioni.

 

Le matrici idonee per l’esecuzione dell’analisi per le mutazioni del gene c-KIT canino e felino (analisi singola o pannello di analisi) sono:

  • Vetrino citologico: idoneo anche quando è stato già fissato e colorato. Conservare a temperatura ambiente.
  • Biopsia: separare un’aliquota del prelievo da non fissare in formalina. Conservare il campione a 2-8°C; congelare oltre le 48 ore.
  • Ago-aspirato: inviare l’ago con cui è stata eseguita l’infissione per l’analisi citologica dopo averlo innestato alla siringa. Conservare il campione a 2-8°C; congelare oltre le 48 ore.
  • Vetrino istologico: matrice di seconda scelta perché la formalina può degradare il DNA. La colorazione non influenza l’analisi.

 

Per questo servizio sono disponibili le seguenti analisi:

  • Valutazione mutazioni esone 8
  • Valutazione mutazioni esone 9
  • Valutazione mutazioni esone 11
  • Valutazione mutazioni esone 14
  • Valutazione mutazioni esone 17
  • Pannello mutazioni esoni 8, 9, 11, 14, 17

 

In generale non sono necessarie particolari precauzioni per la conservazione del campione oltre quelle sopra indicate. Nel caso di vetrini citologici e istologici è utile inviare gli stessi vetrini utilizzati per la diagnosi. Per qualsiasi altra matrice e informazioni generali sull’analisi consultare il laboratorio.

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